
I principi del nostro metodo
Il metodo Bourdiol-Bortolin è un sistema non invasivo di approccio al malato fondato su solide basi neuro-anatomo-fisiologiche, messo a punto e perfezionato in quarant’anni di ricerca clinica nel campo della Medicina Manuale, delle Riflessoterapie, della Posturologia e della Neurochinesiologia, volto al raggiungimento e al mantenimento dello stato di benessere bio-psico-fisico della persona.
1. L’embriologia e le connessioni tra SNC, SNP e SNA
Il metodo si approccia al dolore muscolo-scheletrico con una chiave di lettura dei sintomi e dei segni basata sulla neurofisiologia delle connessioni stabilite, già nel periodo embriologico, tra il Sistema Nervoso Centrale ed ogni organo, apparato e tessuto del corpo, attraverso il Sistema Nervoso Periferico e Neurovegetativo per la messa a punto delle strategie diagnostiche e terapeutiche.
“L’origine embriologica comune delle strutture somatiche spiega le loro relazioni funzionali”
2. Il dolore metamerico e il concetto di blocco
Qualsiasi dolore di natura muscolo-scheletrica, viscerale o emotiva che coinvolge un determinato metamero, porta a fenomeni difensivi di compenso funzionali e strutturali a livello del miotomo interessato ma anche a livello vertebrale nel neuromero di riferimento.
Questi fenomeni difensivi si manifestano:
- con la contrattura muscolare, la perdita di elasticità e del gioco articolare con conseguente blocco articolare
- con le dermalgie riflesse, grazie alle proprietà della cute, intesa come estensione del SNC di cui condivide l’origine embriologica ectodermica. Questo spiega la possibilita’ di diagnosi, attraverso le somatotopie cutanee, e di trattamento riflessoterapico.
3. Il ripristino della propriocettività
Ogni sistema articolare e muscolare rappresenta un vettore di informazioni propriocettive: «ogni muscolo, qualunque sia la sua lunghezza, il suo volume, la sua fisiologia (cinetico o tonico-posturale) e la sua innervazione, risponde sempre a due tipi di circuito che partono da afferenze recettoriali diverse: un circuito che parte dal fuso neuromuscolare, sensibile allo stiramento del muscolo e l’altro a partenza dal recettore muscolo-tendineo del Golgi, sensibile alle variazioni di tensione (sia endogene legate alla contrattura muscolare che esogene ad esempio conseguenti ad una manipolazione) e provvisto di un interneurone inibitore inserito nel circuito».
La neurofisiologia ci insegna che possiamo ottenere delle decontrazioni o delle tonificazioni muscolari a seconda che la tensione applicata vada a stimolare preferenzialmente i recettori neuro-tendinei del Golgi o i fusi neuromuscolari.
4. Le manipolazioni miotensive
Le manipolazione miotensive in controresistenza stretta e adattata permettono di raggiungere questi obiettivi! Sono tecniche di intervento manuale dolce, non dolorose, specifiche di ogni segmento vertebrale e distretto articolare, eseguite nel rispetto della barriera articolare, che lasciano l’articolazione trattata nei limiti delle loro possibilità cinetiche normali.
5. Le manipolazioni in controresistenza stretta
Una volta individuati il livello metamerico ed il miotomo perturbato, i muscoli agonisti sinergici e gli antagonisti che ne dipendono, bisogna cercare, attraverso un corretto esame palpatorio, l’inserzione prossimale e distale, mediana e laterale di tali muscoli.
Le manipolazioni miotensive in controresistenza stretta o tramite poussè manipolativa devono creare a livello delle strutture tendinee, articolari e muscolari interessate, la tensione necessaria ad attivare il circuito neuronale inibitorio (riflesso miotatico inverso) tale circuito, a partenza dagli organi tendinei del Golgi e dai recettori articolari, consente al muscolo di decontrarsi e all’articolazione di riprendere la sua normale mobilità.
6. La rieducazione in controresistenza adattata
Il dolore e i blocchi articolari comportano una risposta di inibizione dei muscoli profondi antigravitari che, anche alla scomparsa del dolore, non ritornano spontaneamente alla loro funzione, ma devono essere rieducati in modo specifico.
Questi obiettivi possono essere raggiunti con la rieducazione propriocettiva in controresistenza adattata che prevede una stimolazione attiva dei muscoli interessati di entità tale da attivare i fusi neuromuscolari responsabili del riflesso miotatico per la tonificazione muscolare.
Questo consente di:
- recuperare il tono e l’elasticità dei muscoli del miotomo interessato dal blocco,
- ristabilire il gioco fra muscoli agonisti, sinergici ed antagonisti,
- riguadagnare la stabilità e la fisiologia articolare;
- annullare gli eventuali conflitti con i nervi o con le strutture vascolari
- destrutturare il compenso patologico a livello articolare, frutto dell’attivazione di muscoli cinetici alternativi attivati dal processo patologico,
- mantenere nel tempo l’obiettivo raggiunto e non andare incontro a ricadute.
7. Trattamento somatico globale
Il malato viene indagato e trattato nella sua globalità, infatti ogni malattia organica o funzionale comporta il coinvolgimento sia della parte strutturale mesodermica che di quella metabolica e nutrizionale endodermica che del comando nervoso ectodermico (in proporzioni diverse che variano secondo l’etiopatogenesi).
Il trattamento deve mirare a riequilibrare i tre foglietti interessati e prevede tecniche diverse in quanto ognuna corregge in modo preferenziale uno specifico aspetto della malattia legato all’origine embrionaria, alla etiopatogenesi e allo stadio clinico pena l’insuccesso o la ricaduta.
- Trattamento specifico dell’ENDODERMA: omeopatia , organoterapia, terapia farmacologica, alimentazione (diete disintossicanti o specifiche per una patologia, integrazioni vitaminiche, minerali o aminoacidiche, ricerca intolleranze alimentari, omotossicologia)
- Trattamento specifico del MESODERMA: medicina manuale, chinesiologia, recupero posturale (correzione delle turbe della statica attraverso la rieducazione propriocettiva, le suolette propriocettive, correzione delle turbe degli organi sensoriali, atm, malocclusioni, correzione cicatrici patologiche, ricerca di interferenze da microgalvanismi), attività fisica.
- Trattamento specifico dell’ECTODERMA: agopuntura, riflessoterapie, auricoloterapia, frequenzoterapia (correnti, elettromagnetismo, ioni negativi, laser, cromoterapia, onde di forma.)
Tecniche manipolative miotensive secondo il dr. R.J. Bourdiol
Le indicazioni delle manipolazioni miotensive sono essenzialmente:
- Algie meccaniche del rachide. Cervicalgie acute e croniche, cefalee nucali e sovraorbitarie, sindromi vertiginose, cervicobrachialgie, dorsalgie, algie intercostali, lombalgie e lomboradicolalgie legate ad alterazioni del disco intervertebrale, all’artrosi interapofisaria.
- Algie delle articolazioni periferiche. Spalla, gomito, polso, dita, anca, ginocchio, caviglia, piede.